atto civile - atto penale
12 dicembre 2019
atto civile
Con atto di citazione notificato il 15 giugno 2018, Tizio, unico figlio del defunto Sempronio, cita in giudizio Caio esponendo che, con contratto del 10 aprile 2012, Mevio aveva apparentemente venduto a Caio appartamento sito in Roma ma che di tale vendita, per la quale era stato regolarmente pagato il prezzo convenuto, era relativamente simulata sul piano soggettivo dal momento che il vero acquirente del bene era stato suo padre, all’epoca ancora in vita.
Chiede dunque, previa declaratoria del carattere simulato della compravendita, l’accertamento dell’inclusione del predetto immobile nel patrimonio ereditario del padre Sempronio, così da poter far valere sul cespite i diritti a lui spettanti per successione legittima.
A sostegno della propria domanda, l’attore indica alcuni elementi a suo dire indicativi di una fattispecie simulatoria e, separatamente, il rilascio da parte di Caio in favore di Sempronio di una procura a vendere il medesimo immobile, l’intestazione a nome di Sempronio delle utenze idriche ed elettriche, l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell’immobile con denaro del de cuius, nonché l’omessa fissazione della residenza presso l’immobile da parte dell’acquirente apparente.
Caio si costituisce tempestivamente in giudizio senza sollevare specifiche eccezioni ma limitandosi a negare la dedotta simulazione. Alla prima udienza il giudice adito rinvia la causa per la precisazione delle conclusioni all’udienza del 20 ottobre 2019, nella quale assegna alle parti i termini di cui all’art. 190 c.p.c. e invita le stesse a prendere posizione, nei propri scritti difensivi, anche sulla questione, sollevata d’ufficio, concernente l’eventuale necessità di integrare il contraddittorio nei confronti di Mevio.
Il candidato assunte le vesti del legale di Caio, rediga l’atto difensivo richiesto svolgendo le difese più utili a tutelare la posizione del proprio assistito.
Giurisprudenza risolutiva: ...
Chiede dunque, previa declaratoria del carattere simulato della compravendita, l’accertamento dell’inclusione del predetto immobile nel patrimonio ereditario del padre Sempronio, così da poter far valere sul cespite i diritti a lui spettanti per successione legittima.
A sostegno della propria domanda, l’attore indica alcuni elementi a suo dire indicativi di una fattispecie simulatoria e, separatamente, il rilascio da parte di Caio in favore di Sempronio di una procura a vendere il medesimo immobile, l’intestazione a nome di Sempronio delle utenze idriche ed elettriche, l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell’immobile con denaro del de cuius, nonché l’omessa fissazione della residenza presso l’immobile da parte dell’acquirente apparente.
Caio si costituisce tempestivamente in giudizio senza sollevare specifiche eccezioni ma limitandosi a negare la dedotta simulazione. Alla prima udienza il giudice adito rinvia la causa per la precisazione delle conclusioni all’udienza del 20 ottobre 2019, nella quale assegna alle parti i termini di cui all’art. 190 c.p.c. e invita le stesse a prendere posizione, nei propri scritti difensivi, anche sulla questione, sollevata d’ufficio, concernente l’eventuale necessità di integrare il contraddittorio nei confronti di Mevio.
Il candidato assunte le vesti del legale di Caio, rediga l’atto difensivo richiesto svolgendo le difese più utili a tutelare la posizione del proprio assistito.
Giurisprudenza risolutiva: ...
ATTO PENALE
Tizio che ha già riportato tre condanne per reati puniti solo con la multa intende acquistare un motociclo usato, tramite una rivista di annunci economici, contatta Caio. I due si incontrano in Piazza Angelica. Caio consegna il motociclo e i documenti a Tizio che a sua volta consegna un assegno di 2000 euro a Caio. Subito dopo l’incontro Tizio si reca nel vicino Commissariato di Polizia e denuncia il furto dell’assegno appena consegnato a Caio. All’uscita però Tizio viene fermato dagli agenti insospettiti dal numero di telaio abraso sul motociclo. Da un breve controllo al terminale informatico emerge che lo stesso era provento di furto e che i documenti erano falsi. Dalle indagini successive emerge anche la falsità della denuncia di furto dell’assegno. Tizio viene dunque sottoposto a processo e all’esito condannato alla pena di due anni di reclusione per il reato di calunnia in relazione alla denuncia dell’assegno, e di due anni di reclusione ed euro 1000 di multa per la ricettazione del motociclo. Il candidato assunte le vesti del legale di Tizio, rediga l’atto ritenuto più idoneo alla difesa dello stesso
Giurisprudenza risolutiva: Cass. pen. Sez. VI, Sent., (ud. 27-01-2016) 26-02-2016, n. 8045
Suggerimenti per i nostri Corsisti: Tecniche di redazione n. 8
Giurisprudenza risolutiva: Cass. pen. Sez. VI, Sent., (ud. 27-01-2016) 26-02-2016, n. 8045
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